Sturt desert pea. Il bisogno di piangere.
Sturt desert pea
Il bisogno di piangere e' legato a diversi stati emozionali: dolore, depressione, squilibrio ormonale, paura, tristezza, delusione, gioia, felicità e così via... Qualche volta soffochiamo l'uscita delle lacrime e ci ritroviamo ad avere un nodo alla gola, la sensazione e' quella di non riuscire quasi respirare, ci si vergogna a piangere davanti agli altri quasi come fosse una colpa, perché ? Tutto nasce da ciò che abbiamo metabolizzato durante l'infanzia dove piangere era sinonimo di capriccio, di poca maturità,
di incapacita', di derisione e frasi come "oramai sei un ometto", "basta piangere per niente", "non piangere non ti sei fatto nulla", "non ti vergogni a piangere sempre?", "solo le femminucce piangono", "pensi di aver ragione solo perché piangi", "smettila di piangere", tutte frasi che danno una connotazione negativa all'atto del piangere. Il pianto (http://it.wikipedia.org/wiki/Pianto) e' una risposta di tipo emozionale, se non causata da sostanze irritanti, ma quanto liberatorio e'? Ebbene e' uno sfogo che serve ad esprimere ciò che si sente e che neanche le parole a volte riescono ad esprimere, infatti, al seguito di un bel pianto ci si sente quasi svuotati, liberati, soprattutto se ci siamo trattenuti a lungo. Sturt desert pea e' il fiore che viene consigliato quando si ha, per così dire, la lacrima facile, ma all'estremo opposto, viene utilizzato anche quando non si riesce a piangere.
Piangere e' comunicare ed in quanto tale e' un'espressione che dobbiamo ascoltare, anche se per farlo avremo bisogno di una bella scorta di fazzoletti.
Il bisogno di piangere e' legato a diversi stati emozionali: dolore, depressione, squilibrio ormonale, paura, tristezza, delusione, gioia, felicità e così via... Qualche volta soffochiamo l'uscita delle lacrime e ci ritroviamo ad avere un nodo alla gola, la sensazione e' quella di non riuscire quasi respirare, ci si vergogna a piangere davanti agli altri quasi come fosse una colpa, perché ? Tutto nasce da ciò che abbiamo metabolizzato durante l'infanzia dove piangere era sinonimo di capriccio, di poca maturità,
di incapacita', di derisione e frasi come "oramai sei un ometto", "basta piangere per niente", "non piangere non ti sei fatto nulla", "non ti vergogni a piangere sempre?", "solo le femminucce piangono", "pensi di aver ragione solo perché piangi", "smettila di piangere", tutte frasi che danno una connotazione negativa all'atto del piangere. Il pianto (http://it.wikipedia.org/wiki/Pianto) e' una risposta di tipo emozionale, se non causata da sostanze irritanti, ma quanto liberatorio e'? Ebbene e' uno sfogo che serve ad esprimere ciò che si sente e che neanche le parole a volte riescono ad esprimere, infatti, al seguito di un bel pianto ci si sente quasi svuotati, liberati, soprattutto se ci siamo trattenuti a lungo. Sturt desert pea e' il fiore che viene consigliato quando si ha, per così dire, la lacrima facile, ma all'estremo opposto, viene utilizzato anche quando non si riesce a piangere.
Piangere e' comunicare ed in quanto tale e' un'espressione che dobbiamo ascoltare, anche se per farlo avremo bisogno di una bella scorta di fazzoletti.
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